Sbrigati, Sbrigati, Sbrigati, le mie bambole stanno aspettando

Leonor Fini, 1975, Olio su tela, Collezione privata © Leonor Fini Estate, Paris.

Nella torre (Autoritratto con Constantin Jelenski)

Leonor Fini, 1952, Olio su tela, Collezione privata © Leonor Fini Estate, Paris.

Sbrigati, Sbrigati, Sbrigati, le mie bambole stanno aspettando

Leonor Fini, 1975, Olio su tela, Collezione privata © Leonor Fini Estate, Paris.

Nella torre (Autoritratto con Constantin Jelenski)

Leonor Fini, 1952, Olio su tela, Collezione privata © Leonor Fini Estate, Paris.

L’attrazione di Leonor Fini per le trasgressioni che rivelano gli oscuri legami tra sesso, morte e promiscuità viene qui ripresa e svelata attraverso una selezione di opere che portano alla luce nuovi metodi di ribellione alle forme di moralità stabilite: Dans la tour (1952), L’Alcôve (1941) o Rasch, Rasch, Rasch, meine Puppen Warten! (1975), in modo volutamente disorientante, raccontano storie intime e domestiche, ricche di sfumature di amicizia, fratellanza, dipendenza sessuale e indipendenza. Cresciuta in una famiglia libera e anticonformista, senza padre e senza aver frequentato una scuola cattolica, nella sua vita Fini ha dato spazio a forme di relazione in cui i ruoli non sono rigidamente definiti. Le scene di famiglia e coppia trovano la loro ambientazione ideale nella camera da letto: luogo intimo e sociale di rivelazione, palcoscenico che accoglie i più inaspettati incontri.