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Un intrattenimento, forse
1995, Olio su tela, Collezione Privata © Leonor Fini Estate, Paris.
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Il confine del mondo
Leonor Fini, 1948, Olio su tela, Collezione privata © Leonor Fini Estate, Paris.
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Un intrattenimento, forse
1995, Olio su tela, Collezione Privata © Leonor Fini Estate, Paris.
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Il confine del mondo
Leonor Fini, 1948, Olio su tela, Collezione privata © Leonor Fini Estate, Paris.
I CONFINI DEL MONDO. UN PROFUMO DI MORTE
La terza sezione espositiva apre con il dipinto Le Bout du monde (1948), opera cardine della carriera di Leonor Fini che introduce in mostra il tema del macabro e del minaccioso, ricorrenti in tutta la produzione dell’artista e rivelatori di quella “pulsione di morte” che ne connota l’intera esistenza. Nel dipinto, Leonor Fini si ritrae immersa nell’acqua fino al busto, in un contesto apocalittico come unica sopravvissuta, sovrana di un nuovo mondo popolato da docili teschi animati da globi oculari. Il pubblico incontra opere precedenti al 1948, come La Racine aux coquilles d'oeufs / Visage (1943) o L’Ange de l’anatomie (1949), dove l’angelico e il demoniaco convivono, poste in confronto a tele risalenti agli ultimi decenni di vita dell’artista, come testimoniano Qui est-ce? (1991) e Peut-être un divertissement (1995), che in un gioco di ombre, assenze e presenze rivelano un mondo popolato da lutti e spettri. Le atmosfere macabre che connotano la sua pittura sono emblematiche dello studio di Fini sul corpo e la sua decadenza con il trascorrere del tempo. L’attrazione di Leonor Fini per questi temi è suggerita da alcune letture come La carne, la morte, il diavolo nella letteratura romantica di Mario Praz e le poesie di Edgar Allan Poe, che infondono alla pittura di Leonor Fini un carattere romantico e decadente.